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Il volume prende le mosse dalla necessità di comprendere e riconfigurare un'intensa trasformazione avvenuta nelle teorie culturali come nell'interpretazione dei fatti artistici, la "conversione" allo spazio nel dibattito critico attuale, insieme alla necessità da essa indotta di ripensare la geografia contemporanea. Il prisma spaziale viene letto nei suoi molteplici riflessi: dalle mappe nella teoria critica agli interni in Calvino e Perec; dallo spazio del silenzio come forma di esaurimento comunicativo in "Persona" di Bergman e nel dibattito coevo al cronotopo postmoderno dell'attentato presidenziale, letto nelle varie interpretazioni artistiche che si sono succedute, da "JFK" di Oliver Stone a "Libra" di DeLillo. Il viaggio si conclude con due figurazioni spaziali consolidate e urgenti, quella del migrante, attraversatore di spazi occidentali, e quella della città contemporanea e futura.